
Stavo cercando un libro sulla cricca giovannea o su Efeso del II secolo, e in realtà non sembrano essercene così tanti come pensavo. Il libro di Trebilco, tuttavia, è un grosso volume e vale la pena leggerlo, anche se arriva solo fino all’epoca di Ignazio.
Trebilco sostiene in gran parte che Efeso ospitava diversi gruppi cristiani e che alcuni gruppi erano amichevoli tra loro mentre altri erano oltre il limite. I circoli Paolino e Giovanneo, in altre parole, prendevano in prestito l’uno dall’altro, ma i Nicolatain e simili non erano accettabili. Queste persone hanno lasciato il circolo giovanneo, forgiando il proprio circolo docetista che non era accettabile per Ignazio.
La prima piccola parte del lavoro esamina il contesto sociale, fornendo una breve storia di Efeso, la sua importanza religiosa e commerciale, e la comunità ebraica al suo interno. Trebilco si rivolge quindi ai resoconti degli Atti e alle lettere di Paolo, trovando gli Atti per lo più affidabili. Su Efeso è meno certo di quanto possiamo ricavare direttamente da Paolo, poiché la prigionia paolina a Efeso forse non è così chiara come si potrebbe desiderare. La lettera agli Efesini, inoltre, probabilmente non è andata direttamente al gruppo; infatti, potrebbe essere stato scritto a Efeso. Reca, nei primi manoscritti, uno spazio vuoto a chi è scritto, suggerendo che fosse un’enciclica di qualche tipo, inviata a diverse chiese, e che Efeso fosse semplicemente un nome conveniente da aggiungere alla fine.
Trebilco passa poi alle epistole pastorali, alle epistole di Giovanni (e al vangelo) e all’Apocalisse. Ritiene che le pastorali siano state scritte sotto uno pseudonimo da Paolo da persone di un gruppo paolino di Efeso. Le opere di Giovanni, secondo lui, non furono scritte dall’apostolo Giovanni ma da Giovanni il Vecchio. Le pastorali sono state scritte negli anni ’80, le lettere di Giovanni negli anni ’90, quindi si tratta di due gruppi quasi contemporanei tra loro. Da ciò, Trebilco trae diversi spunti su quali fossero le pratiche di leadership e le preoccupazioni teologiche tra i due gruppi.
Sebbene si debbano seguire le idee di Trebilco sulla paternità e il tempo di scrittura (che sono abbastanza comuni tra gli studiosi) per capire cosa fa riguardo alle comunità, l’argomentazione è ben fatta (anche se spesso è ridondante) in modo che le sue idee siano facile da seguire. Non ho imparato tanto sul cristianesimo a Efeso quanto avrei voluto, ma ciò che Trebilco mostra è che dopo gli Atti, ci resta davvero ben poco da fare se non fare salti teorici sulla provenienza delle opere e su cosa rappresentano queste opere sulle persone. chi li ha scritti e a chi sono stati scritti.