Abisso | Ananya S. Guha – Leggi poesia contemporanea online

Come un bambino
i sogni erano di rovine in decomposizione, senza pari in Grecia e Roma,
diari di viaggio a casa
il rumore della spada era la parola di Dio, i sogni erano un fiume,
Tevere, Romolo e Roma, la mente trema
l’impero e la casa di Carlo Magno
il mito di Sisifo, il modo di Ettore, il tallone vulnerabile, tutto così
la chiglia, galleggiava vacillava. La storia si è trasformata gradualmente in fantasma, oscuro e
luminoso,
luce interiore, il mio mondo.
Ho imitato, ho suonato il campanello.
I sogni non sono junghiani, non freudiani. Solo pallido, vivo.
Metafore del cavallo oscuro,
nordici meditativi.
La storia si è mossa, aperta e chiusa. Io, sognando ad occhi aperti.
Un giorno ha alzato tutte le persiane, ha sfondato i cancelli, le ha buttate via
nell’abisso della grondaia.

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