Al Giardino

di Gay Degani

VISITIAMO un giardino pubblico ogni martedì, io e il mio amante, prima scendendo la collina tra i cactus perché non avrò la forza di affrontare la pendenza dopo la nostra ora di vagabondaggio. Camminiamo attraverso gli stagni di ninfee, ombreggiati da palme, bambù, ci fermiamo sotto la chioma di un antico fico. Prendo carote sminuzzate da una tasca della felpa per le tartarughe, pellet dall’altra per le carpe koi, assicurandomi che nessuno stia guardando. Non sono il tipo di persona che tende a infrangere le regole, ma ci sono momenti in cui le regole sono cose fragili, facili da piegare avanti e indietro, avanti e indietro, finché non si rompono, ed è quel piegarsi e spezzarsi, insieme a così tanto . il desiderio che mi ha portato qui.

La sezione australiana è piatta e ampia dove i baobab carichi sullo sfondo ci fanno ridere mentre elenchiamo i nomi dei baby baobab. Coccodrillo Dundee, dico. Kanga e Ro. Insiste su Billy-Bob, ma io dico di no. Un ragazzo di nome Billy-Bob non avrebbe bisogno di Thornton come cognome? La follia alle 9:00 di un dato giorno è ciò che ci ha uniti. Ma mentre camminiamo, mi chiedo quale sia il cognome del mio bambino.

Camminiamo attraverso foreste di bambù e fitti alberi di ciliegio. Pietre scure su colonne alte fino alla cintola ci portano nel giardino giapponese dove i bonsai crescono in piatti di porcellana. Questi paesaggi in miniatura mi ricordano le foreste delle fiabe. Appoggio la mano sulla pancia che cresce, immagino di leggere bella addormentatae nostra figlia, Rip Van Winkle a nostro figlio Accanto a me, allunga la mano per toccare un rametto, coglie una piccola mela. Succede a me. Prendo il piccolo miracolo, ce l’ho nel palmo della mano.

Dopo il Giardino Zen, passiamo accanto a una cascata e ci fermiamo ad ammirare la casa da tè, le sue pareti scorrevoli, i tatami sul pavimento, un tavolino con teiera e tazze.

Dico al mio amante: ‘Questo è tutto ciò di cui ho bisogno. Qualcosa di piccolo e semplice.

Mi prende le dita e le bacia, dice: “Lo so”.

Siamo vicini gli uni agli altri. non piango Non piangerò, non davanti a lui.

Mi trascina dolcemente sull’erba vellutata lentamente, lentamente, penso alla moglie nella sua cucina, che beve il suo caffè mattutino, pianificando cosa fare oggi, i suoi figli ora seduti in classe, suo marito impegnato con il suo lavoro Tua moglie sta guardando l’orchidea che l’ho aiutata a comprare? Ti chiedi mai dei regalini che gli fai per colpa?

Usciamo dai giardini, saliamo in macchina e ci baciamo, un incontro di labbra nude. Mi prende la mano e io studio il suo viso, noto le rughe profonde tra le sopracciglia, il pallore delle sue guance, l’umidità che gli circonda gli occhi.

‘Che cosa?’ chiedo, ma lo so.

Lo vedo scappare lungo la fila di macchine, le mani in tasca, le spalle all’altezza delle orecchie.

Appoggiando una mano sulla mia pancia, apro l’altra per trovare la perfetta, incredibilmente piccola mela colta dal giardino.

L’ho sempre saputo.

ooo

Gay Degani ha ricevuto nomination e riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui Pushcart, Best of the Net e Best Small Fictions. Il suo lavoro è apparso online, su riviste cartacee e in antologie. Ha pubblicato un libro sulle madri, Melogranouna collezione di lunga durata, Desiderio sonaglio(Pure Slush Press) e un romanzo di suspense, Cosa è venuto prima (Verità Serum Press). Di tanto in tanto blogga su Words in Place.

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