Sono lieto di condividere il mio lavoro in prosa, atasagorafobiaè stato pubblicato il Recensione in lontananza nel terzo numero appena pubblicato della rivista. Anche se ho scritto questo pezzo l’anno scorso, è la mia prima uscita nel 2023 e, dopo aver riletto il pezzo, adoro quanto sia appropriato entrare nel nuovo anno.
Informazioni su Farside Review
Fondata nel 2020, Recensione in lontananza è una rivista letteraria online che cerca di rivelare la natura infinita della nostra arte, del nostro amore e delle nostre tragedie. Recensione in lontananza è appassionato di “l’inerzia dei ricordi che si spalmano nel tuo futuro, i tuoi bordi accartocciati di identità, le tue vecchie storie intrecciate in nuove pelli”. Il diario vuole vedere i nostri volti: “quelli che indossi, quelli che nascondi, quelli che tieni invece di cancellare”.
Se hai una storia del genere da raccontare, fallo Recensione in lontananza ed esplora la rivista nella sua interezza letteraria!
Cos’è l’atazagorafobia?
L’atazagorafobia è la paura di dimenticare qualcuno o qualcosa, così come la paura di essere dimenticati.
L’ho trovato per la prima volta in un libro che ho letto all’inizio dell’anno scorso. Non ricordo il nome del libro in questo momento, ma era una lettura lirica su una giovane donna cinese-americana e sua madre immigrata. La coppia proveniva da una lunga serie di proprietari di negozi di calligrafia, ma questa giovane donna voleva aprire un ristorante. Sebbene alla fine segua il suo sogno, distrugge la sua relazione con sua madre, che ha vissuto a lungo con l’atazagorafobia.
Ho trovato affascinante il concetto di atazagorafobia e, dopo aver finito il libro, sono stato ispirato a scrivere questo pezzo. La scrittura e il titolo erano perfetti insieme, e mi fa molto piacere sapere che questo lavoro di prosa ha trovato una casa nel Recensione in lontananza.
Quello che segue è un breve estratto della mia poesia in prosa atasagorafobiapubblicato su Recensione in lontananza.
Quando piango, piango cristalli di quarzo. Li raccogli da prima che io nascessi, nella ciotola incrostata di turchesi che fece la tua antenata, dove l’incenso ardeva e il fumo portava le sue preghiere nell’aldilà.
Otto può essere un numero fortunato, ma un’ora di lacrime fa ottanta e io non le ho mai contate, ma giuri di sì e come mai non hai ancora riempito la ciotola? mentre piango e l’oscurità si chiude?
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Fotografato da Ahmed Rizkhaan