Non sono arrabbiato per la crudeltà dei bambini
Ma quella mia riluttanza a far volare la parola
E sì, forse, secondo l’orecchio, il cuore, è stato trattato come una malattia
Quelli con scarpe lucide e grembiuli inamidati;
A volte non ero nemmeno presente quando mi prendevano in giro, ma lo sapevo
Cosa hanno fatto e ‘mai-è-infastidito‘.
Ma era. Sono stato cresciuto per essere coraggioso, ma dentro ero sfregiato, sconfitto.
Giovani solo giovani.
Ho cercato di compatire i miei accusatori: parole così meschine, così troncate, così sfuggenti.
Avevo mio fratello Pete, che ora è morto da tanto tempo, e due sorelle,
Noi bambini poveri prendevamo in giro i bambini ricchi
Sapendo quanto poco sapevano.
Se il vecchio è solo una sciocchezza,
Un cappotto logoro su un bastone,
Questo figlio orfano lo ricorda:
Nonno Jack che era un mitragliere
Sulla Somme nel 1916
Non parlavo molto: fumavo Woodbines, non leggevo libri,
Negato ogni sguardo pietoso, ogni parola dura, ogni curva condiscendente del collo.
Secoli di insincerità che hanno definito i rapporti di classe
In questo maledetto paese: John Clare, William Blake e Charlie Dickens
Lo scrivo in versi
Balbuzienti con abilità diverse, insomma.
Noi poeti nasciamo dalla sporcizia
Della stessa classe alla quale provo una devozione infinita
I diseredati, i prigionieri, tutti i mercanti di merci dell’isola delle spezie:
Un enorme, famigerato naufragio dei valori della vita.