di Heather Haigh
PA DICEVA SEMPRE che il sangue è più denso dell’acqua, quando cercava il prezzo di una pinta del suo vecchio. Quando stava convincendo il nostro Tom a tifare per la dannata squadra di calcio giusta, a stare fianco a fianco con lui sugli spalti. Ma alle sue figlie diceva sempre: “Porta guai alla mia porta e te la caverai”.
Non il genere di guai che si portava il nostro Tom quando aveva il labbro sanguinante e le nocche sbucciate. Nemmeno quelli che sono venuti quando papà ha avuto una resa dei conti con i malvagi ufficiali giudiziari.
NO. Quelli che ti hanno fatto bussare alla porta del Bloody Mary verso mezzanotte, con le ginocchia che bussavano e le viscere che si torcevano. Ovviamente proveresti prima le scale e speri di non romperti il collo. Ti assicureresti che non ci fosse gin nell’alito, nel caso ci fossero domande di lavoro divertenti. Solo una caduta, diresti, un incidente. Come quelli di voi abbastanza stupidi da entrare dalla porta e farsi un occhio nero.
Alcuni incidenti vanno bene, un segno di incoraggiamento, tutto qui. Come quando il nostro Tom si è scontrato con il cane del vicino con la sua moto o ha rotto il finestrino del custode con il pallone. Ma gli incidenti che possono capitare a una ragazza. Questi ragazzi non sono affatto bravi.
E tua madre ti ha sempre avvertito di tenerti in ordine in modo che le lenzuola potessero testimoniare il tuo sangue. E avrebbe reclamato il suo premio. Questo piccolo pezzo di carne è una testimonianza del tuo valore, misurato dal primo sangue all’ultimo. E ti lavavi i vestiti nell’acqua fredda nella vasca più lontana, perché non c’erano soldi per il Kotex, mentre la mamma inzuppava le bende delle risse di Tom nel lavello della cucina.
Poi un giorno saresti una donna rispettabile e vomiteresti finché i tuoi fianchi non andrebbero a fuoco e pregheresti che duri. E si assicurerebbero che tu stia pulito, non beva, non fumi, mangi bene, siedi bene, preghi bene, vivi bene.
E se il vomito cessasse e i crampi arrivassero presto, improvvisamente ti guarderebbero. Forse non sei stato abbastanza attento, ti sei preso cura di te stesso. Deve essere stato qualcosa che hai fatto. Forse sei solo un cattivo portatore.
E se tu fossi un bravo ragazzo, ti sforzeresti e gemeresti mentre lui faceva le faccende in corridoio prima di scendere al pub a bagnare la testa dell’ultimo ragazzo, e verresti ripulito e ricucito, e presto diventa chiaro che la tua vita è fottuta, mentre lui prende a calci il cane e ti dice di stare zitto, marmocchi malvagi.
E sosterrai le spalle tremanti di mamma quando arriveranno i documenti di servizio di Tom. E quando torna a casa con una zampa ustionata o sepolta o magari lasciata dai cani, e si perde in una bottiglia e ti fa un labbro insanguinato, lo becchi anche tu. Continuerai ad afferrarlo finché non sarà ubriaco sul pavimento.
E un giorno ti chiederai qual è il maledetto punto di tutto questo. Cullerai tua nipote tra le tue braccia, pregherai che la vita la tratti gentilmente, le prometterai tutto l’amore del mondo e pregherai che lo riceva.
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Heather Haigh è una scrittrice emergente della classe operaia disabile dello Yorkshire. Ha trovato la gioia di scrivere tardi nella vita. Il suo lavoro è stato pubblicato da Reflex Press, Anansi Archives, Mono e altri. È stato nominato per il migliore della rete.
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