È stupido essere invidiosi
quando il gabbiano galleggia
in alto,
o sorvolare
selvaggi, cavalli bianchi.
Forse festeggiare
ala ansimante
mentre attraversi l’Atlantico,
la bianca Groenlandia sotto la tua ala.
O quando quel gufo
vola attraverso il cielo notturno
in modo che il topo muoia
ricorda placido
Ali di pollo,
macinato, marinato,
strettamente avvolto,
in una gastronomia locale.
Scegli la natura selvaggia che desideri
ma prima leggi il pianeta,
parola per parola frammentata,
quei pesci che raccolgono
nelle rocce
dove giocano i bambini
la tigre rintracciata
e schiacciato dagli uomini.
Alla fine del giorno
vedi se la tua pelle è insensibile,
è qualsiasi corrispondenza
per il cosmo,
la sua affascinante idiozia,
continenti affollati
dove una volta vagavano i dinosauri,
impronte troppo piccole
discernere.