DOPO 4 VIAGGI, 3 SERIE DI E-MAIL E 5 TELEFONATE AGLI ARCHIVI DELLA POLIZIA
di Susan Vespoli

Nei registri della polizia, aerei di linea si schiantano sopra il parcheggio,
uno per uno. Il grande ventre d’argento tuona, proietta un’ombra.
Dentro, gli impiegati stanno dietro le finestre di vetro come sportelli bancari
in attesa del nostro turno per pagare biglietti o richiedere documenti,
dare numeri di tracciamento, chiedere ancora e ancora, È già pronto?
E la risposta è no no no, e mi ricorda i saldi
Calendari di Girl Scout da ragazza, faccia interrogativa
dopo le facce di chi dice di no prima che la porta si chiuda.
Ma nei registri della polizia, la gente si siede sulle sedie,
i distributori automatici rilasciano noci di mais e M&M.
Un pezzo di carta è attaccato al supporto di plastica
poltrone nell’atrio, scritto a mano con pennarello nero: “Rotto”.