Non sono riuscito a entrare in tutto quello schmaltz sentimentale che ha inondato i nostri media un mese o due fa. Sto parlando della morte della regina. Echi della principessa Di e tutto il resto, che mi ha lasciato altrettanto disinteressato. Ma ho ritenuto che non fosse proprio il momento di pubblicare qualcosa sull’argomento che non fosse autoflagellazione.
Vedi, non sono un ardente monarchico. Ma, allo stesso modo, non sono un avido repubblicano. Certo, accetto tutte queste argomentazioni su una nobiltà non eletta e privilegiata che non ha né le capacità né il mandato per governare, se non per la nascita accidentale in una linea familiare salita al potere con la violenza molti mesi fa.
Come ho detto, compro tutto.
Ma sono in contrasto con il concetto e la pratica del repubblicanesimo. Ad esempio, se negli ultimi tempi avessimo avuto un capo di stato, avremmo goduto delle presidenze di Margaret Thatcher, Tony Blair e Boris Johnson. Ora puoi amare o odiare uno dei due, ed ecco il punto, erano innegabilmente divisivi.
“Ah”, dici, “il presidente è il leader dell’intera nazione, non delle sue fazioni”.
Davvero? Prova Donald Trump e Joe Biden per le dimensioni.
La conclusione inevitabile per me è che la nostra monarchia è meno divisiva di quanto lo sarebbe mai un politico. E per questo motivo preferisco 51-49.
Sono un monarchico riluttante.