LA POESIA È MORTA

di Matteo King

È morto come Dio, ma il diavolo è dentro

dettagli della metafora mortale:

se la morte è salario, come peccarono i poeti?

Il sangue non inzuppa più le loro pagine?

I poeti hanno scoperto di non avere un’anima da sfogare?

fuori? Alcuni direbbero che la loro pelle è diventata troppo sottile.

Ma qui c’è parte della storia parabolica

qualcosa a cui pensare, anche se hai le orecchie di latta:

Dio, avendo l’ispirazione di cui disporre

di, lo condivide con alcuni laboratori di versi.

Questo gli fa desiderare che fossimo rimasti tutti fedeli alla prosa.

Tornando in paradiso in autostop su un carro funebre,

e accetta i buoni consigli offerti dai suoi coetanei:

si siede su una nuvola per decomporsi.

Nota dell’autore: Il New York Times ha pubblicato un articolo affermando che la poesia è morta. Ciò ha suscitato una vivace risposta.
Matteo Re ha insegnato filosofia alla York University di Toronto; ora vive in quello che Al Purdy chiamava “il paese a nord di Belleville”, dove cerca di coltivare cose, contare gli uccelli, fotografare fiori con insetti e camminare su un ponte di corda tra le cime montuose vicine di filosofia e poesia.

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