La Porta Rossa

di Gay Degani

AVEVA AIUTATO IL NONNO a dipingere una vecchia porta, lui le spiegò l’importanza di lavorare in una giornata calda, di mescolare bene la vernice con un bastoncino, di usare un pennello largo e pulito. Hanno lavorato insieme, il nonno ha spazzolato da cima a fondo, la ragazza ha lavorato dal basso. A volte il suo pennello si immergeva nella terra sul fondo, piccoli pezzetti che salivano sul legno e vi si attaccavano.

Più tardi, quando se ne fu andato, il vecchio si abbassava lentamente a terra, passava le dita sulla vernice granulosa e ricordava la lucentezza quasi blu dei suoi capelli neri alla luce del sole, le punte di vernice rossa alle estremità, il gocciola sulla camicia, una macchia sulla guancia. Doveva essere lui, non lei. Aveva vissuto la sua vita, buona per la maggior parte, lei appena iniziata, non toccata dalla stanchezza del mondo. Il dolore al petto si acuì, si chinò, le lacrime gli rigavano le guance, alcune cadevano a terra. All’inizio non ne era sicuro, la voce dolce vicino al suo orecchio, calda, gli sussurrava, prendendogli la mano, guidandolo attraverso la porta rossa, dicendogli che era il suo turno di mostrargli la strada.

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Le numerose nomination di Gay Degani includono Pushcart, Best of the Net e Best Small Fictions. Il suo lavoro è apparso online così come su riviste cartacee e antologie. La sua storia, “Scablands”, si è classificata quarta al Great Saturday Evening Post American Fiction Contest del 2023. Ha pubblicato un chapbook, Melogranouna collezione di lunga durata, Desiderio sonaglio(Pure Slush, 2015) e un romanzo di suspense, Cosa è venuto prima (Siero della verità, 2016).

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