OMAGGIO A WAYNE (E MIO PADRE)

di Dick Altmann

In un’intervista del 2014, al sassofonista Wayne Shorter è stato chiesto con quale frequenza il suo quartetto di lavoro prova. La sua risposta è stata evasiva e illuminante: “Come pratichi il futuro?” Questo era il classico Shorter: gnomico, gnostico, malizioso, saggio. Era anche un po’ modesto. Per più di sei decenni ha creato il futuro della musica, con o senza prove. Shorter, scomparso ieri all’età di 89 anni, è stato un gigante del jazz come improvvisatore, band leader e pensatore, ma soprattutto come compositore — probabilmente il più grande del jazz dai tempi di Thelonious Monk, e probabilmente uno dei più grandi del genere e gli Stati Uniti, mai prodotti. —David A.Graham, Atlantico, 3 marzo 2023

“Tutto o niente

Mezzo amore, non mi ha mai attratto

Se è il tuo cuore, non potrebbe mai sottomettersi a me

Allora preferirei, preferirei non avere niente…”

Wayne – Una volta pensavo che la voce di Sinatra fosse la migliore del mondo

interpretare la ballata che ha lanciato la sua carriera musicale

stratosfera… finché non ho sentito il tuo… ho sentito il tuo sassofono… alzato

altre centocinquanta voci indimenticabili – avvolge il suo respiro

intorno alla mia anima-il tuo intimo-lento ronzio-come se accarezzasse-

ma il suono – le note – permeano il “desiderio” con un bordo tagliente

desideri non corrisposti – immagino che parliamo al Five Spot –

Il famoso salto jazz nel Greenwich Village: il tuo “tutto o niente”

parlando – a bassa voce – rassicurante – cercando di aggiustarsi

ventesimo crepacuore – più silenzioso e lento – nessuna prova

Il caratteristico swing di Sinatra: stare dall’altra parte

tavolo-rispondendo alla tristezza che vedi nei miei occhi-la mia faccia-

canti così forte come se fossi l’unica persona nella stanza—

Ho detto tutto o niente

Se è amore, non c’è niente in mezzo

Allora perché iniziare a piangere, per qualcosa

avrebbe potuto essere

No, preferirei, preferirei non avere niente

Il tuo sassofono scandisce le parole in modo incantevole – condivide il loro dolore –

questa è la tua magia – entrare sotto la pelle della musica – trovare

impulso – per liberare la mia essenza – chiudo gli occhi – si insinua dentro di me

l’aria piena del tuo genio – mi chiedo se ce ne sarà mai un altro

come te… come lei

Nota: Il padre del poeta Arthur Altman ha composto la musica per “All or Nothing at All”. Testi utilizzati nella canzone con il permesso.

Dick Altmann scrive nell’aria alta, sottile e magica di Santa Fe, NM, dove, a 7.000 piedi, realtà e immaginazione spesso si confondono. È stato pubblicato in Santa Fe Literary Review, American Journal of Poetry, riverSedge, Fredericksburg Literary Review, Foliate Oak, Blue Line, THE Magazine, Humana obscura, The Offbeat, Haunted Waters Press, Split Rock Review, The RavensPerch, Beyond Words, The New Verse News, Diario dell’Isola del Cielo, e altri qui e all’estero. Vincitore della poesia Nuovo messicano di Santa Fedell’annuale concorso letterario, ha due raccolte in corso con circa un centinaio di poesie pubblicate. Il suo lavoro è stato selezionato per il prossimo primo volume del libro Un’antologia della poesia del New Mexico sarà pubblicato dal New Mexico Museum Press.

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *