di Thaddeus Rutkowski
AVEVO MOLTO SETE. Ma non ero lontano dall’acqua, o almeno così pensavo. Stavo andando in bicicletta, stavo andando vicino a quello che era l’East River Park. L’area aveva poche fonti d’acqua ma ora era una terra desolata. Mucchi di sabbia si trovavano nel sito dei giardini fioriti. C’erano ancora un paio di irrigatori, ma le valvole erano chiuse. Gli infissi erano in realtà racchiusi con recinzioni in rete metallica.
Rotolai intorno al bordo della zona di costruzione e vidi che un campo da tennis era ora un parcheggio per veicoli ufficiali. Secondo un cartello, il terreno del vecchio parco sarebbe stato rialzato di otto piedi per evitare allagamenti. Verrebbe introdotta una varietà di alberi e piante. Verranno sostituiti i ponti pedonali e i servizi igienici. Ma il risultato era difficile da immaginare quando il paesaggio era sporco.
Da un lato, ho visto un parco che non avevo mai visto prima. Ci sono entrato perché una recinzione mi bloccava la strada. Sono arrivato a un piccolo diamante da baseball e ho camminato in bicicletta tra le gradinate e il campo da baseball. Sono diventato l’attrazione principale degli spettatori mentre interrompevo la loro visione dei bambini che giocavano. Potevano vedermi, e cosa hanno visto? Solo un ragazzo in bicicletta, o qualcuno che non è più quello di prima, con i figli che giocano?
Era uno specchio del parco che esisteva prima, con persone che frequentavano il parco originale. Mi sono quasi imbattuto in passeggini con bambini piccoli. I corridoi sembravano un labirinto. Su entrambi i lati c’erano cespugli di rose con fiori dai colori vivaci. Non avevo idea di dove portassero i bivi. In poco tempo raggiunsi il cerchio più interno, occupato non da un Minotauro, ma da una coppia di giovani bianchi. Avrebbe potuto indovinare cosa stessero facendo, quale fosse il loro rapporto reciproco. Ma ero ansioso. Cercavo una strada, qualsiasi strada, che mi portasse fuori dal luogo verde.
Tra gli alberi alternati, ho visto una latrina, una specie di latrina urbana, che sembrava avere un impianto idraulico. Su un muro esterno c’era una disposizione familiare di bevande, una più alta per i vecchi, l’altra più bassa per i piccoli. Ho premuto un pulsante sulla valvola e l’acqua è uscita lentamente ma inesorabilmente. Non sapevo se un tocco fosse più sicuro da bere dell’altro. Non c’era alcun segno che l’acqua fosse stata testata. Ho lasciato scorrere l’acqua e, a cavalcioni sul sedile della mia bici, ho bevuto da quella sottostante. Ho contato i sorsi. Quanto potrei bere o dovrei bere? Almeno sei sorsi. ne ho prese dieci. non stavo morendo; Non avevo intenzione di avvicinarmi di più. Ero pronto a continuare.
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Thaddeus Rutkowski è autore di sette libri di prosa e poesia, il più recente dei quali I trucchi della luce, una raccolta di poesie. È professore al Medgar Evers College e ha ricevuto una borsa di studio per la scrittura di narrativa dalla New York Foundation for the Arts. Esce un nuovo libro dei suoi racconti brevi.