per Laura Apollo
Non comincio a piangere finché non vedo il nome di Hannah e la sua citazione
alle 22:57 in poi Il New York Times feed – che significa il minimo
questo è vivo, questo studente dell’ultimo semestre con i capelli rosa e
grande risata, e mi rendo conto che ho trattenuto il respiro per ore, per
queste ore di ignoranza. Continuo a guardare le stesse immagini:
strade, marciapiedi, porte, finestre, diagonali
il museo è diventato blu e rosso, blu e rosso con le luci di
ambulanze-pompieri-polizia. Ogni incrocio chiuso, studenti
scappare, rannicchiarsi insieme, indossare gli abiti che indossano ogni giorno in classe e
Nelle immagini, offuscate dalla distanza e dall’oscurità, cerco volti che conosco.
I suoni degli elicotteri in alto vengono trasmessi
il microfono del giornalista che sembra essere in perdita perdita perdita per cosa
Dire. Succede sempre, perline su una corona rotta, ma
questa volta è qui, il posto che chiamo casa da venticinque anni.
Questi studenti sono ancora bambini e questi sono gli edifici che abbiamo
ci siamo incontrati, i marciapiedi su cui abbiamo camminato, a volte in festa, a volte
in segno di protesta, talvolta sotto la neve o sotto la pioggia, talvolta sotto le stelle
cielo, ma mai in una notte come questa. Un collega scrive, Parte di me
spera che nessuno degli studenti deceduti fosse nelle mie classi
questi ultimi anni. Una speranza egoistica, appunto e anche se vorrei non essere d’accordo,
lei ha ragione. Ovviamente è egoista; dimmi, come possiamo non essere egoisti,
pregando che coloro che amiamo siano al sicuro, anche se nessuno lo è sicuro—
sapendo che ogni silenzio, ogni non apparizione è di qualcun altro
studente, compagno di stanza di qualcuno, migliore amico di qualcuno, di qualcuno
bambino. Quanto?
Nota dell’autore: Questa canzone è stata scritta in risposta al primo messaggio apparso su MSU Rock ancor prima che i nomi degli studenti assassinati (Arielle Anderson, Brian Fraser, Alexandria Verner) venissero resi noti.