Sonetto dell’uccello notturno | Daniel McGee – Leggi la poesia contemporanea online

Conosco così bene il calore del freddo chiaro di luna,
Perché la notte è la dimora di tutti i pensieri acuti, beatamente incorrotti.
Helios non ha effetto su di me, il suo viaggio fuori dalla vista,
Selene, la mia musa, guida la mia dolce mente notturna.

Galleggio, galleggio e guardo volare i miei eterei fosfeni,
Finché non si accende l’Epifania e mi precipito febbrilmente a scrivere.
Un misericordioso anello d’inchiostro, come la carta che celebro,
Eloquente con disinvoltura, fino alla brusca interruzione della luce di Aurora.

La caducità della mia vita sembra battere con il mio cuore,
Sotto l’ombra, penso, se non mi volto, lascio la pietra della vita.
Eppure il dominio di Nyx mi perseguita come una sirena che suona,
E così mi siedo, sanguinante sulla carta, sul mio solenne trono di legno.

Vivere e scrivere nell’oscurità solitaria è un mio diritto divino,
Preferirei vivere per brillare nell’ombra piuttosto che scomparire nella luce.

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